Cenni Storici

Le Associazioni fra Carabinieri che nella seconda metà del secolo XIX si susseguono, con diverse denominazioni ma con scopi analoghi o uguali, nascono non per caso, ma come naturale sviluppo e nell'ambito dei fermenti sociali e politici della società civile che registra i primi movimenti di ispirazione previdenziale e mutualistica.

Quando, dopo il conseguimento dell'unità nazionale, vengono abolite le limitazioni poste in passato dai governi dei vari Stati alle libertà e ai diritti di riunione e di associazione, vengono a crearsi le condizioni favorevoli alla istituzione di associazioni fra categorie di cittadini esercitanti la stessa professione o attività o aventi interessi comuni.

Nascono così, ad esempio, le Società Operaie di mutuo soccorso e le Fratellanze variamente denominate, istituti privati di previdenza sociale costituenti - in complesso - una categoria dai confini non scientificamente definibili, che, nello spirito di quei tempi, si da uno Statuto, improntato alle nuove idee ed ai fondamentali principi etici.

Citiamo, per l'esemplarità della formulazione, i primi due articoli dello Statuto di una di esse:

Art. 1. - Un popolo libero ha diritto alla associazione, perciò in S. Stefano di Camastra, fin dal 14 aprile 1865, venne fondata la Società Operaia di mutuo soccorso, che segue la massima cristiana: Ama il prossimo tuo come te stesso.

Art. 2. - È scopo della Società:

a) Promuovere e conseguire l'educazione e l'istruzione civile e tecnica delle classi operaie;

b) Concedere il mutuo soccorso morale e materiale ai soci in caso di malattia, o alle famiglie in caso di morte;

c) Intraprendere appalti per l'utile della Società;

d) Raggiungere la solidarietà nel lavoro e nelle aspirazioni con tutte le associazioni consorelle, le quali informino il loro programma politico al culto della libertà, indipendenza ed unità della gran Patria italiana.

Queste associazioni ricavano i mezzi principalmente dai contributi dei soci e dalla beneficenza che delle associazioni di mutuo soccorso si serve quando si prefigge fini di previdenza benefica.

La legge 15 aprile 1886, n° 318, conferisce alle società di mutuo soccorso la personalità giuridica, definendole appunto come società, pur non essendo tali poiché mancano del requisito caratteristico ed indispensabile a ogni società, che è lo scopo di lucro.

Anche nell'ambito militare, associazioni, società e fratellanze hanno origine inizialmente per soddisfare ben precise esigenze assistenziali del personale che cessa dall'attività di servizio per necessità, per scelta e/o per il decorso del tempo, quando, all'atto della cessazione del servizio, transitando nella posizione di quiescenza, viene a trovarsi nella condizione di affrontare gravi disagi a causa della mancanza di un adeguato sistema assistenziale che ne assicuri il sostentamento e la sopravvivenza.

Le varie forme di associazioni, sorgono con lentezza e con prudenza, in mezzo a molteplici difficoltà, affrontando la diffidenza delle stesse istituzioni, in relazione al clima politico sociale determinatosi in Italia, dinanzi alle prime manifestazioni della volontà di associarsi da parte di categorie di cittadini esercitanti la stessa professione o attività o aventi interessi comuni.

Per di più, le categorie dei militari, aduse ad attività subordinate e a discipline particolari, soggette ad un costume di obbedienza agli ordini dello Stato, sembrano inizialmente meno permeabili ai movimenti di pensiero che fermentano da qualche tempo nel mondo operaio, mentre nasce e si sviluppa in tutta l'Europa una nuova società di tipo industriale, più o meno contemporaneamente alla conclusione del processo di unificazione nazionale italiano.

Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali

Dopo che il Parlamento dell'ancora giovane Regno d'Italia abolisce il divieto di associazionismo tra militari in congedo, ci si rende conto che nulla vieta a questa categoria particolare di personale, di associarsi per altre finalità purché lecite. Da questa consapevolezza, deriva un diffuso proliferare di Società di Mutuo Soccorso, articolate per Armi e Corpi, protrattosi sino ai primi anni «20».

Conseguentemente, alcuni carabinieri residenti a Milano, lasciato il servizio per raggiunti limiti di età, per riforma o altro, ravvisano l'esigenza di costituire un organismo associativo finalizzato a rinsaldare i vincoli di attaccamento all'Arma e a fornire un aiuto concreto a chi venga a trovarsi in difficoltà.

Il 1° Marzo 1886, a Milano si riunisce un Comitato promotore, che, dopo una intensa attività organizzativa, si trasforma in Consiglio e costituisce l'«Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali», primo sodalizio in forma societaria tra militari non più in servizio, secondo la cronologia riportata nella pubblicazione edita il 4 novembre 1937 a Milano per il XIX Annuale della Vittoria.

Le Associazioni d'Arma esistenti a quella data erano state infatti costituite nelle seguenti date:

- Associazione di mutuo soccorso fra gli Artiglieri in congedo - 1910 - Milano;

- Unione Marinara - 11 febbraio 1911 - Milano (dal 15 luglio 1934: Associazione Nazionale Marinai d'Italia);

- Associazione nazionale Granatieri di Sardegna - 1° dicembre 1911 - Milano;

- Associazione Alpini - 8 luglio 1919 - Milano;

- Unione Milanese Regia Guardia di Finanza in congedo (29 maggio 1919 - Milano) e quindi Federazione Nazionale - 29 giugno 1925, trasformatasi poi in Associazione Nazionale Finanzieri in congedo - 7 gennaio 1927 - Roma;

- Associazione del Fante - 7 luglio 1920;

- Associazione Nazionale dei Bersaglieri - 4 novembre 1921 - Roma;

- Associazione Lombarda del Genio - 1928 - in seguito Associazione Nazionale Arma del Genio - aprile 1930 - Milano.

Lo Statuto dell'Associazione milanese - che si rifà alle esperienze maturate in materia di mutuo soccorso nella società civile, adeguandone i principi al costume e alle regole specifiche della vita militare - nell'art. 3 prevede tra l'altro di:

- sussidiare i soci ammalati;

- procurare lavoro o impiego ai soci disoccupati;

- onorare i soci che decedono;

- prendere parte a tutte le cerimonie o feste che esaltano la fede e la grandezza della Patria e delle Istituzioni dello Stato;

- tenere il massimo contatto e la massima cordialità con le altre Associazioni;

mantenersi estranei a qualsiasi partito politico.

Nel successivo art. 22 lo Statuto prescrive agli associati di «mantenere saldo lo spirito di Corpo e la fratellanza con i militari dell'Arma tuttora in servizio».

Nei vari statuti succedutisi nel corso degli anni ritroviamo costantemente sanciti questi stessi principi, con straordinaria continuità nel tempo, sia pure con difformità di espressioni e marginali differenze.

Nel mese di dicembre dello stesso anno 1886, il sodalizio - che ha già iniziato a svolgere una meritoria attività di accorpamento non soltanto materiale dei Carabinieri non più in attività di servizio - si dà un primo distintivo e la prima Bandiera, mentre comincia a consolidarsi la struttura organizzativa che fa leva principalmente sullo spirito di corpo che anima i Carabinieri di tutti i gradi.

L'iniziativa milanese suscita subito grande interesse grazie anche ad una efficace attività organizzativa, che si estende nelle città e nei paesi vicini, con un proficuo proselitismo tra i Carabinieri in congedo, spesso adusi a vivere in piccoli drappelli o isolati.

Nel 1893 alcuni Carabinieri in congedo residenti sulle rive del lago di Como, si riuniscono e intraprendono la ricerca dei commilitoni della zona, molti dei quali hanno partecipato alla lotta contro il brigantaggio e alle vicende belliche del periodo risorgimentale.

Tutti insieme decidono alfine di costituire una Associazione di mutuo soccorso fra congedati e pensionati dell'Arma dei Carabinieri Reali di Como.

Il 6 agosto dello stesso anno 1893 l'Associazione nomina il proprio consiglio direttivo ed approva lo statuto.

Purtroppo molti documenti dell'epoca sono andati dispersi per le note vicende belliche del secolo scorso.

Si ha però motivo di ritenere che all'atto della istituzione del nuovo sodalizio ne facessero parte alcuni militari dell'Arma che avevano preso parte - nel corso delle operazioni in Eritrea - allo sbarco a Massaua nel 1885, di un drappello di Carabinieri al comando del Tenente Antonio Arnari di S. Adriano.

Esiste comunque una testimonianza certa sull'associazione dei Carabinieri di Como.

Il quotidiano «La provincia di Como» del 22 luglio 1893 pubblica un comunicato di cui riportiamo il testo: «I promotori di una Società di mutuo soccorso fra i Carabinieri Reali in congedo sono invitati a trovarsi questa sera 22 corr., alle ore 8,30, per udire la lettura delle proposte dello statuto sociale ed altre discussioni in merito, in apposito locale del Caffè Unione».

Peccato che, nel corso delle varie ristrutturazioni subite dalla bella città lariana, questo locale sia stato demolito; esso, però, esiste sempre nel ricordo dei carabinieri!